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Langenbrinck: “Per rilanciare l’auto elettrica in Italia servono soluzioni condivise”

Langenbrinck: “Per rilanciare l’auto elettrica in Italia servono soluzioni condivise”

MILANO – Il mercato dell'auto è in subbuglio da diversi anni. Certezze che sembravano inossidabili sono state spazzate via in pochissimo tempo e consegnandoci sostanzialmente un futuro da riscrivere secondo nuove regole: tecniche e commerciali. Per fare questo salto ci vogliono capacità di interpretazione e solide basi tecnologiche. Si tratta di una vera e propria rivoluzione che deve fare i conti con un mercato sempre più affollato e capace di disorientare. La recente 1000Miglia è senza dubbio una manifestazione che mette sul piatto queste differenze: da una parte le auto d'antan che affascinano chiunque, dall'altra le auto dell'assistenza ai concorrenti che sempre più spesso sono silenziose e confortevoli Bev. Avere passato e futuro uno accanto all'altro ci è sembrata l'occasione giusta per parlare di futuro con chi rappresenta nel nostro Paese il marchio che ha inventato l'automobile: Marc Langenbrinck, presidente e ceo Mercedes-Benz Italia

Presidente la prima domanda è riferita ovviamente al mercato e al suo andamento.

“Non posso certo lamentarmi. In Italia il mercato di Mercedes-Benz è in buona salute. Gli ordini crescono e così anche le consegne. Il successo è sicuramente legato ai nostri prodotti che da sempre sono ai massimi livelli. In questa fase devo riconoscere che i concessionari hanno fatto e stanno facendo un lavoro fantastico. Non è facile essere ai vertici quando si lavora in un mondo ricco di insidie e incertezze e con una concorrenza giustamente agguerrita. Diventa quindi importante avere una gamma di prodotti sempre aggiornata e sempre nel solco della tradizione del marchio. Questo non significa essere statici, ma a interpretare e aggiornare ogni giorno lo spirito che anima”.

Lei parla di un mercato ricco di incertezze e pare quasi evocare il dualismo fra motori termici e elettrici. Come vede questa fase di transizione?

“L'industria dell'auto ha scelto di seguire la via dell'elettrico, individuandola come la soluzione più realistica e più praticabile per giungere alla neutralità nell'emissione di CO2. In Italia, a differenza di ciò che succede in altri Paesi, la quota di questo mercato – e mi riferisco sia agli elettrici puri che agli ibridi - è ancora bassa. Credo che sia giunto il momento di chiedersi perché questo accade e cercare delle soluzioni condivise che possano aiutare le persone a comprendere che questa è la via da percorrere, visto che al momento non ce ne sono altre praticabili. Abbiamo bisogno di parlare e di pensare a una mobilità integrata. Si tratta di questioni che devono vedere l'interesse e un coinvolgimento molto ampio di tutti gli attori in gioco. Si deve fare un lavoro molto ampio che coinvolga governo, protagonisti dell'economia, consumatori. Il desiderio e la necessità è convincere ciascuno che questa è la strada da seguire.

Non credo che l'obiettivo sia già stato raggiunto proprio perché ci sono problemi legati all'economia alla diffusione dei punti di ricarica per poter indirizzarci senza ulteriori dubbi o ripensamenti verso questo che per certi versi appare anche come un sogno possibile, ma anche una necessità per l'ambiente in cui viviamo”.

Sotto questo profilo sembra che l'Italia non sia ancora riuscita a ottenere risultati come altre realtà in Nord Europa ad esempio.

“ È vero, ma non dimentichi che l'Itala è storicamente un Paese appassionato dell'automobile. Guardi quanta attenzione riescono a catalizzare eventi che hanno come fulcro l'automobile. Non vedo perché non ci siano ragioni per cui non ci si appassioni all'auto elettrica. Chi ha guidato le auto elettriche le ha subito apprezzate. Capisco che ci sia un po' di diffidenza verso le novità soprattutto se sono radicali come la mobilità elettrica. Non si può non apprezzare la disponibilità di coppia e di accelerazione quando si sta al volante di una auto elettrica, così come non si può non accorgersi del silenzio quasi assoluto che ci circonda e quindi del grande comfort per i passeggeri. E in più non si danneggia l'ambiente che è un aspetto fondamentale per il futuro dell'uomo sulla terra”.

Ci sono dei però, al momento manca una visione d'insieme

“ Si deve andare avanti lungo questa strada, è inevitabile. Tutti gli attori coinvolti in questo cambiamento devono sedersi e ragionare insieme. Lo scopo è trovare un percorso comune da seguire, che sia propedeutico alla migliore mobilità in Italia. In molti altri Paesi questa strada è già stata seguita. Potremmo scegliere le dieci soluzioni che riteniamo più interessanti, migliori per noi, più percorribili e lavorare su queste. Politica, industria dell'auto, industria energetica, industria dei trasporti. È arrivato il momento di individuare tutti insieme il cammino da percorrere. In altri Paesi questa cosa è già stata fatta. Si potrebbero individuare le cose migliori fatte altrove e cercare di leggerle in chiave più italiana, facendole nostre”.

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